Emergenza degli spazi commerciali urbani abbandonati e trasformazione dell’immagine della citta’

Autores
Falcidieno, Maria Linda
Año de publicación
2018
Idioma
italiano
Tipo de recurso
documento de conferencia
Estado
versión publicada
Descripción
The theme is the conversion of commercial spaces, closed today, placed in the basements of buildings of central streets and seen as project theme not only structural and/or functional, but as opportunity for visual experiments to modify perception of abandoned spaces that lives with used neighbours. In this sense, the discipline of representation in broad sense is intended to be a method of investigation and source of operational suggestions, in the absence of operations that intervene on the substance of the building; drafting of signs, images, projections, interactivity and multimedia becomes the scope of suggestions and assumptions of visual designs.
Nell’ambito dei temi dibattuti oggi relativamente alle situazioni di emergenza di molti insediamenti italiani (di inquinamento ambientale, conflitti sociali, calo demografico, crisi economica…) appare di indubbio interesse per la disciplina della rappresentazione il tema relativo alla trasformazione che sta avvenendo in termini di abitudini commerciali e che ha pesanti riflessi nella formazione di una nuova immagine urbana, aspetto - questo- forse ancora trascurato o, quantomeno, non indagato al pari degli altri e tuttavia a questi strettamente connesso. L’interattività è divenuta la modalità principale di interrelazioni, non solo personali, ma anche lavorative e il sistema di vendite on line ha acquisito un peso notevole, soprattutto se riferito al target di utenti medio-giovane; a questo si aggiunga il consolidato mondo dei centri commericali -di settore e genericie si ha subito il quadro delle conseguenze, più o meno immediate, sulle strutture urbane. Periferie ex industriali recuperate e nuovi insediamenti “dedicati” e, all’opposto, intere vie, anche centrali, private della loro vocazione terziaria: gli edifici delle più svariate epoche che sono organizzati con un basamento a destinazione specialistica, sempre più spesso mostrano saracinesche abbassate e un ritmo di “vita” allentato, se non concluso. In tal senso, il contributo di economisti, sociologi, architetti, pianificatori è puntuale e garantito; tuttavia vale la pena di sottolineare come la competenza delle discipline visive potrebbe portare un apporto notevole e spesso imprevisto per l’individuazione di soluzioni percettive che -in assenza della possibilità di interventi strutturali- contribuirebbe al mantenimento di una percezione dello spazio urbano “accogliente” e rassicurante, se pur stravolto dall’abbandono di alcune sue parti.
Facultad de Arquitectura y Urbanismo
Materia
Arquitectura
Immagine urbana
Emergenza
Percezione visiva
Nivel de accesibilidad
acceso abierto
Condiciones de uso
http://creativecommons.org/licenses/by/2.5/ar/
Repositorio
SEDICI (UNLP)
Institución
Universidad Nacional de La Plata
OAI Identificador
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Nell’ambito dei temi dibattuti oggi relativamente alle situazioni di emergenza di molti insediamenti italiani (di inquinamento ambientale, conflitti sociali, calo demografico, crisi economica…) appare di indubbio interesse per la disciplina della rappresentazione il tema relativo alla trasformazione che sta avvenendo in termini di abitudini commerciali e che ha pesanti riflessi nella formazione di una nuova immagine urbana, aspetto - questo- forse ancora trascurato o, quantomeno, non indagato al pari degli altri e tuttavia a questi strettamente connesso. L’interattività è divenuta la modalità principale di interrelazioni, non solo personali, ma anche lavorative e il sistema di vendite on line ha acquisito un peso notevole, soprattutto se riferito al target di utenti medio-giovane; a questo si aggiunga il consolidato mondo dei centri commericali -di settore e genericie si ha subito il quadro delle conseguenze, più o meno immediate, sulle strutture urbane. Periferie ex industriali recuperate e nuovi insediamenti “dedicati” e, all’opposto, intere vie, anche centrali, private della loro vocazione terziaria: gli edifici delle più svariate epoche che sono organizzati con un basamento a destinazione specialistica, sempre più spesso mostrano saracinesche abbassate e un ritmo di “vita” allentato, se non concluso. In tal senso, il contributo di economisti, sociologi, architetti, pianificatori è puntuale e garantito; tuttavia vale la pena di sottolineare come la competenza delle discipline visive potrebbe portare un apporto notevole e spesso imprevisto per l’individuazione di soluzioni percettive che -in assenza della possibilità di interventi strutturali- contribuirebbe al mantenimento di una percezione dello spazio urbano “accogliente” e rassicurante, se pur stravolto dall’abbandono di alcune sue parti.
Facultad de Arquitectura y Urbanismo
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